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Case green: le nuove normative dell’unione europea

Al giorno d’oggi è sicuramente capitato a tutti, tramite televisione, social o testate giornalistiche, di entrare a conoscenza di un nuovo modo di concepire il concetto di abitazione: la casa green. Ma cosa s’intende esattamente quando parliamo di case green? Che caratteristiche devono avere e da quali normative devono essere regolamentate? Cerchiamo di analizzare questo importante argomento di attualità nella maniera più semplice ed esaustiva possibile. 

Case green: che cosa sono

Le case green sono delle soluzioni immobiliari che tendono il più possibile a migliorare l’impiego delle risorse, ad evitare lo spreco e ad ottimizzare l’efficienza energetica, attraverso materiali sostenibili e l’impiego di tecnologie all’avanguardia.

Il materiale più utilizzato per la costruzione delle case green è il legno che, oltre ad impedire la maggior parte delle emissioni di Co2, risulta essere fortemente antisismico. Impianti di nuovissima progettazione, lampadine a risparmio energetico e l’utilizzo di strumenti come la domotica o lo smart metering, completano il quadro generale, permettendo al proprietario di ottenere un ingente risparmio e di monitorare i consumi, sia per quanto riguarda la refrigerazione, sia per quanto concerne il riscaldamento. In questo caso, la coibentazione complessiva, ovviamente, aumenta in maniera considerevole e con essa anche la stabilità termica. 

Le nuove normative del 2023

Il 14 marzo del 2023 è stato approvato un nuovo provvedimento dal parlamento europeo, facente parte del macro-progetto “Fit for 55”, per la regolamentazione e la creazione di nuove case green: tale direttiva ha come scopo far diventare tutti gli edifici di nuova costruzione a zero emissioni nocive dall’anno 2028 in poi e di ridurre almeno del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030. 

Entro il 2033, inoltre, gli immobili residenziali dovranno ottenere la classe energetica rappresentata dalla lettera D, mentre per gli uffici, i negozi e le attività commerciali in generale, il termine ultimo è stato fissato per il  2030 (data valida anche per riqualificare una costruzione residenziale in classe E). Sarà previsto, in aggiunta, un processo che tenderà ad omologare le classi energetiche per tutto il territorio europeo: ciò potrebbe, durante questi anni, portare ad una modifica dei parametri sanciti dall’ordinamento. 

Il traguardo e allo stesso tempo il punto di partenza, è sicuramente l’ottenimento di una maggiore sostenibilità ed una concreta valorizzazione del patrimonio immobiliare delle nostre città, il tutto nel rispetto del pianeta. 


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Case green: a chi è rivolta la normativa

Dato che In italia la maggior parte degli edifici possiedono una classe energetica compresa tra la E e la G (target principale verso il quale è rivolta la normativa in questione) il decreto potrebbe entrare in vigore nettamente prima rispetto al resto dell’unione, ovvero nel 2025. Sarà necessario intervenire tempestivamente qualora non si volesse vedere calare in maniera vertiginosa il valore di mercato, rendendo in questo modo molto più difficile affrontare un’eventuale compravendita. 

Un discorso a parte è rappresentato dalle costruzioni di interesse culturale o religioso (monumenti, luoghi di culto, etc..), per le quali lo stato non ha stanziato fondi per alcun intervento. In quest’ultima categoria sono comprese anche le proprietà con una superficie commerciale inferiore ai 50 mq e gli immobili sfruttati solo per un periodo circoscritto dell’anno. 

Case green: l’attuazione del progetto e le eventuali sanzioni

Le possibili ammende per chi non andrà ad osservare la legislazione europea in merito al tema “case green” non sono sono ancora entrate in vigore: ci aspettiamo che i legislatori troveranno al più presto i giusti provvedimenti da mettere in atto in queste circostanze per ciascun paese dell’Unione. 

Sarà, dunque, essenziale che la legislazione vigili in maniera puntuale sulla messa in atto del progetto, ai fini di garantire la progressiva dismissione delle fonti di energia non rinnovabili e di educare la popolazione ad un uso responsabile dell’energia elettrica. 

Nel frattempo, ogni stato membro dell’Unione Europea si sta adoperando per stilare dei piani di attuazione a livello nazionale, attraverso dei testi unici, i quali comprendono anche delle detrazioni fiscali per agevolare il cittadino nel processo di ristrutturazione. Stiamo parlando, nello specifico, di detrazioni scalate direttamente dalla quota IRPEF da versare allo stato: in tutto saranno previste detrazioni per dieci quote (una per ciascun anno), pari all’aliquota del 36 % calcolata sull’importo impiegato nei lavori, fino ad un massimo di 48.000 euro per abitazione. Sono ammessi dalla legislazione qualsiasi tipo d’intervento che apporti delle considerevoli migliorie all’immobile (interventi energetici o strutturali). 

Altri benefici, previsti sempre per quella fascia di popolazione meno abbiente, saranno sicuramente i seguenti: cessioni del credito, tassi agevolati e vari sconti in fattura. 

Fonti: casa.it

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