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Comodato d'uso gratuito: che cos'è?

Il comodato d'uso gratuito è, nel settore immobiliare, un tipo di contratto differente rispetto a quello tradizionale e che, proprio per tale motivo, merita di essere analizzato con particolare attenzione.
Scopriamo, in questa breve guida, in cosa consiste il suddetto, come funziona, come deve essere regolato e quali sono i casi nei quali questo accordo potrebbe decadere.

In cosa consiste il comodato d'uso gratuito

Quando si parla del comodato d'uso gratuito è importante considerare quali siano i vari soggetti che fanno parte del contratto e come questo viene stipulato.
Il suddetto, si contraddistingue, innanzi tutto, per la presenza del comodante, ovvero colui che detiene la proprietà dell'oggetto, ovvero un immobile oppure un bene mobile. Il comodatario, invece, è la persona che ha la possibilità di ricevere quel determinato articolo e utilizzarlo.
In questo caso, il contratto prevede che non venga chiesta alcuna somma di denaro al comodatario. L'usufrutto gratuito, come suggerisce il nome stesso, si caratterizza per essere contraddistinto dalla totale assenza di denaro come strumento per ottenere il godimento del bene.


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Come deve essere strutturato il contratto di comodato d'uso gratuito

Per quanto concerne la metodologia di redazione del contratto, quello del comodato d'uso gratuito non necessariamente deve essere realizzato in forma scritta.
Le due persone, infatti, possono anche accordarsi in modo verbale, ponendo in chiarezza tutti i vari aspetti che devono contraddistinguere l'accordo tra le due parti.
Allo stesso tempo occorre precisare come questo contratto, affinché possa avere una valenza maggiore, può essere realizzato nella sua forma scritta.
In questo caso, è necessario inserire tutti i dati personali delle due persone che hanno deciso di siglare il suddetto accordo, oltre a porre i diversi limiti di usufrutto e limitazioni varie.
Il contratto deve essere registrato poi presso l'Agenzia delle Entrate: tale operazione comporta un costo pari a 200 euro, ai quali vanno aggiunti i prezzi delle marche da bollo.
Queste devono essere pari a una per ogni 100 righe di testo, quindi è importante considerare anche la lunghezza del contratto per capire a quanto ammonterà il costo complessivo che si dovrà sostenere per rendere ufficiale il medesimo.
Altro dato chiave della registrazione è dato dalla possibilità di ottenere delle importanti detrazioni fiscali, che danno l'occasione di ridurre il costo delle imposte sugli immobili.
Questo è possibile a patto che il contratto abbia per oggetto un immobile che deve rispettare determinati requisiti.
In aggiunta, è importante valutare anche la possibilità di rendere il comodato d'uso a tempo indeterminato. Questo significa che, salvo situazioni particolari dovute dalla volontà di una delle due parti, non vi è una data di scadenza dell'accordo.

Quando decade il contratto?

Come ultimo punto di questa breve guida, vedremo in breve in quali casi possa venire meno un contratto di comodato d'uso gratuito. Esistono dei casi specifici, infatti, nei quali è possibile incorrere nell'annullamento dello stesso. Il caso più comune incorre quando l'utilizzatore del bene viola completamente i termini dello stesso.
Per esempio, potrebbe accadere che la persona che vive in un appartamento decida di ricorrere al subaffitto, non rispettando alcune caratteristiche del suo contratto. L'ovvia conseguenza che ne deriverà, sarà il diveito di continuare ad usufruire di quell'immobile.
Anche quando il proprietario dell'oggetto o dell'appartamento in questione decide di tornare in possesso del suo bene, può decidere di interrompere il contratto di comodato d'uso per concludere le operazioni di compravendita che ritiene necessarie.
Infine, se il proprietario del bene in questione dovesse perdere la vita, il contratto viene automaticamente annullato. Nel caso in cui il comodatario passi a miglior vita, il proprietario dell'oggetto potrà richiedere agli eredi del comodatario come procedere, ovvero se effettuare la restituzione del bene oppure optare per continuare a utilizzare il bene oggetto del contratto.

Fonti: immobiliare.it, casa.it

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