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Obbligo di ristrutturazione per classi energetiche basse: i dettagli

L'obbligo di ristrutturazione per le case, che appartengono a una classe energetica inferiore alla E, sembra che sia ormai alle porte.

Questo tema, infatti, è ormai vivo da circa due anni, periodo in cui all'interno della Commissione Europea è stato proposto un testo che trattava tale argomento e che, nel corso dei mesi, ha ottenuto diversi pareri positivi.

Il percorso che porta all'obbligo di ristrutturazione, però, non è terminato. Infatti, bisognerà aspettare ancora del tempo per poter capire in che direzione andrà questo progetto. C'è un'alta probabilità che un'ulteriore direttiva obbligherà i possessori di immobili, che non rientrano nei parametri energetici, a effettuare dei lavori di adeguamento.

Quest'ultimi avranno come obiettivo minimo il raggiungimento della classe energetica E. L'Europa, quindi, punta ad avere solamente edifici che garantiscano emissioni nocive pari a zero.

Vediamo, quindi, quali sono tutti i dettagli che riguardano questa direttiva.


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Le principali caratteristiche della certificazione energetica

Prima di addentrarci nel vivo delle caratteristiche della direttiva in questione, cerchiamo di capire meglio che cosa significa certificazione energetica. Utilizzando una terminologia tecnica, tale documento è conosciuto come APE ed è obbligatorio quando si effettua una vendita di un immobile.

Per ottenerlo, bisogna affidarsi al servizio di tecnici specializzati e questo attestato racchiude al suo interno informazioni fondamentali. Tra queste, una delle più importanti è quella riferita ai consumi di energia e all'isolamento termico.

Ecco che a ogni immobile si assegna una classe energetica specifica, che viene indicata attraverso una lettera dell'alfabeto. La migliore è la A, per poi andare verso gli edifici meno efficienti energeticamente, ai quali vengono attribuite altre lettere fino alla peggiore, la G.

Chi non rispetterà l'obbligo di ristrutturazione si troverà a possedere un immobile che perderà buona parte del suo valore. In questo modo, sarà molto complicato, se non quasi impossibile, poter vendere la propria casa (nel caso in cui non rientrerà tra le classi energetiche adeguate).

Quali sono gli obiettivi principali della direttiva? L'Europa va in direzione dell'obbligo di ristrutturazione

La Commissione Europea, con questa direttiva, vuole puntare a diminuire drasticamente l'emissione di sostanze inquinanti che si generano, ogni anno, dagli immobili. Secondo alcuni studi recenti, in Europa più di un terzo delle emissioni dannose si genera dagli edifici che non posseggono un'adeguata efficienza energetica.

Questo è il motivo per cui spingersi rapidamente verso la diminuzione delle emissioni di gas serra è ormai prioritario, essendo un cambiamento che servirà a tutelare la salute del nostro Pianeta.

Gli Stati appartenenti alla Comunità Europea, quindi, stanno facendo il massimo per poter ottenere tale traguardo entro il 2050. La direttiva, nel corso dei mesi, ha subito diverse modifiche ed è ancora in valutazione.

Gli step da seguire dovrebbero essere i seguenti:

  • entro e non oltre il 2030 gli edifici che si trovano in classe G e F dovranno migliorare la loro efficienza energetica
  • entro il 2033 gli immobili appartenenti alla classe E dovranno adeguarsi alle nuove direttive
  • per gli edifici in classe D, invece, la data limite è il 2040
  • entro il 2050 la presenza di immobili che emettono sostanze dannose in Europa dovrà essere portata a zero
  • gli enti pubblici, già dal 2028, dovranno adeguare le strutture, portandole a emissioni zero.

Dalla ultime modifiche, sembra che verranno esclusi gli edifici storici. In precedenza, invece, l'obbligo era rivolto anche a queste strutture. Lo stesso discorso vale per le chiese e i luoghi di culto in generale. L'obbligo di ristrutturazione, per loro, non è valido. Si attendono notizie su altre possibili categorie di edifici inclusi nell'esenzione.

Obbligo di ristrutturazione: come si sta organizzando il nostro Paese?

Dopo l'approvazione della direttiva europea, ogni stato membro dovrà recepirla e stabilire delle norme e dei regolamenti specifici che consentano di arrivare a un obiettivo comune, ovvero avere immobili che nel tempo dovranno raggiungere una maggiore sostenibilità.

Saranno necessarie, quindi, alcune modifiche ai vari regolamenti interni, come quelli relativi agli impianti, all'edilizia, ai materiali e così via. Questo vale sia per i lavori che riguardano la costruzione di nuove case sia per la ristrutturazione di immobili vecchi, che nella nostra nazione sono presenti in un numero molto elevato.

In Italia, infatti, più del 60% degli edifici appartengono alla classe energetica G o F. Questa statistica fa capire quale potrebbe essere l'impatto della direttiva europea per le famiglie italiane.

Per salire alla classe E si dovranno abbattere i consumi di energia per una percentuale che equivale al 25%. Questo tipo di obiettivo richiede interventi complessi e onerosi come, per esempio, il cambio degli infissi, la realizzazione del cappotto termico, la modifica alla caldaia e via dicendo.

Si tratta di cambiamenti che non potranno essere soltanto a carico delle famiglie italiane, ma che richiederanno un supporto economico da parte dello Stato e della Comunità Europea.

Questo è il motivo per cui si parla di inserire degli incentivi che durino nel tempo e che siano chiari sin dall'inizio, senza subire modifiche in corso d'opera.

Fonti: immobiliare.it, wikicasa.it

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